venerdì 7 marzo 2008

VECCHIO UOMO CHE TI SCORSI VAGAMENTE...

Senza titolo
(Vecchio uomo che ti scorsi vagamente…)

Vecchio uomo che ti scorsi vagamente,
su di una banchina assolata,
noncurante,
o lavoratore,
solo tra la gente.

Mi assillò e tormentò
la tua faccia,
così dura,
selva,
folta,
diaccia.

Ne voglio fare un ritratto,
dall'occhio
un pazzo raggio!

Vivrai in eterno o capostazione.
Vivrai per me,
ignaro del futuro.
E vedrai,
o solo tra la gente,
nel nero
della tela,
nel bianco
del torpore,
uscire fuori
la tua faccia,
diaccia,
o capostazione.



Marco Josto Agus
(dal suo Diario dic.’95 – nov.’99)

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